Anguria Arrosto – ricetta e prova su tavola!

Gira da qualche tempo, sui social e su youtube, un bellissimo video di un’anguria arrosto fatta in un locale americano. Sembra carne ma non è, serve a darti l’energia! Visto che io e mia moglie siamo super golosi, ci siamo subito messi a fare reverse-engeneering partendo dal video e nient’altro e abbiamo realizzato la ricetta!

Questo è il video di cui parlavo. Partirei con la premessa che non sono spiegati i passaggi in modo chiaro, altrimenti questo articolo non avrebbe senso di esistere. Per cui non è detto che il risultato sia identico a quanto realizzato dai proprietari del locale che, tra l’altro, avranno un’esperienza enorme rispetto a me e a mia moglie! Per il resto, però, posso assicurarvi che il tutto è venuto molto bene.

Ingredienti

Partiamo dalla versione classica presentata nel video, poi vediamo la variante messicana.

  • Un’anguria di media dimensione. Si possono usare anche quelle piccole senza semi e probabilmente sono pure più indicate. Noi ne abbiamo usata una con i semi ma nel video ne sembra priva.
  • 15 gr coriandolo
  • 100 gr sale
  • Origano un mazzetto
  • Circa 250 gr di acqua
  • Cenere di ulivo da miscelare all’acqua finché non diventa un composto omogeneo. Nel video parlano di cenere di quercia ma io sono salentino, quindi ulivo 😛

Per la versione messicana, che nel video non c’è ma è squisita:

  • Paprica piccante
  • Peperoncino in scaglie
  • Olio di peperoncino

Preparazione

Non si tratta di un piatto rapido. Prima di tutto occorre preparare un grande contenitore che possa ospitare l’intera anguria a bagno in acqua. Una tinozza o addirittura, come abbiamo fatto noi, un grosso cesto di plastica per i panni.

Riempite il contenitore d’acqua, aggiungete il coriandolo, il sale e la cenere finché non ottenete una soluzione scura e molto poco invitante. Ora occorre togliere la buccia all’anguria con un coltellaccio, occhio a non finire al pronto soccorso per piacere. Declino ogni responsabilità se finite per realizzarla “con le vostre mani”, ok?

Le immagini dovrebbero essere abbastanza esplicative. Cercate di non togliere polpa all’anguria quando la spellate, anche se resta un pochino di “bianco” non è un problema. Tolta la buccia all’anguria, immergetela nel composto e inventatevi qualcosa, come un peso o l’ingegnoso sistema fai-da-te con coperchio, attizzatoio metallico e manici di plastica che sono andato a inventarmi io (si vede che sono un ingegnere)?

L’anguria deve restare in infusione almeno 6 ore. Meglio anche un po’ di più, perché il sale, il profumo del coriandolo e soprattutto la cenere devono poter essere “bevuti” come si deve dal frutto. La cenere è fondamentale: è grazie a essa se poi si formerà una sorta di “pelle” sull’anguria.

Affumicare l’anguria

Ora che l’anguria si è ben bevuta il composto liquido, possiamo passare ad affumicarla. Non è una cosa semplice se non avete un forno da pizza tradizionale come noi o un affumicatoio ma sono certo vi inventerete qualcosa. Il punto è che non va cucinata ora, va affumicata. Abbiamo dunque acceso il forno a legna, fatto la brace e lasciata spegnere con lo sportello chiuso, togliendo insomma l’ossigeno.

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Mettere l’anguria ad affumicare, possibilmente con griglia per lo scolo dei fluidi

Risultato, esce fuori un fumo inenarrabile, come potete immaginare. A quel punto ci abbiamo messo dentro l’anguria su una teglia gigante. Piccola accortezza: abbbiamo adagiato il frutto su di una griglia, in modo tale che potesse “sudare”, perdendo i fuidi man mano che si essiccava. Anche qui, anguria dentro per 6 ore. A metà del tempo, possibilmente, bisogna girare l’anguria.

L'anguria come appare quando esce dal processo di affumicamento

L’anguria come appare quando esce dal processo di affumicamento

Questa è l’anguria affumicata dopo le sei ore di cura nel forno. Come potete vedere, si è formata la fantomatica “pelle” all’esterno, merito principalmente della cenere e dell’affumicatura. Le dimensioni si sono altresì notevolmente ridotte. Noi l’abbiamo tagliata a metà perché volevamo fare le due varianti in pentole differenti: classica e messicana. Potete anche lasciarla intera se dovete realizzare una sola versione!

Cottura dell’anguria

Passiamo ora alla cottura vera e propria: ormai la parte difficile è andata. Ci armiamo di pentole sufficientemente grandi e via di arrosto, come se lo faceste con la carne! Prima di tutto, però, non dimenticatevi di incidere il dorso dell’anguria a scacchi (o a tartaruga, che dir si voglia) con la punta del coltello. Ammetto che abbiamo esagerato con le incisioni, ci è un po’ scappata la mano, ma tant’è…

Anguria in Versione classica

Cospargere la padella d’olio d’oliva extravergine, adagiarci dentro l’anguria, metterci di fianco il mazzetto di origano e accendere a fuoco vivo. Anche se l’anguria libererà il suo liquido, consigliamo di aggiungere un po’ di quello perso dal frutto nella teglia durante la fase di affumicatura.

Man mano che l’olio e il liquido dell’anguria iniziano a bollire, aggiustate un pochino di sale e, con un cucchiaio, continuate a prendere prendere dalla padella il liquido e versarlo sul dorso dell’anguria. Questa fase di cottura dura pochissimo, due / tre minuti ed è pronta.

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Anguria in Versione Messicana

Per la versione messicana, cospargere l’olio la padella, olio piccante se siete temerari, adagiarci l’anguria e ricoprirla con uno strato di paprica dolce o piccante. Vi scriverò le istruzioni per quella piccante, perché chi mi conosce lo sa: mangio peperoncini a colazione, pranzo e cena!

Importante: la paprica va messa sopra l’anguria, non nella pentola! Solo così verrà ben assorbita. Ora cospargete sempre il frutto (non la padella) di peperoncino in scaglie o in polvere, quantità a piacere e soprattutto in base alla vostra relazione sentimentale con il piccante.

Accendete a fuoco vivo e seguite lo stesso procedimento visto per la versione classica fino a cottura completa. Non c’è bisogno di girare l’anguria, anche se l’avevamo cosparsa di paprica e scaglie di peperoncino, perché il liquido che continueremo a versarle sopra permetterà una perfetta miscelazione.

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Prossimo step di sperimentazione? Sicuramente provarla con un mix di verdurine messicane come quello congelato della Lidl (mamma quanto le adoro), a base di mais, pannocchette, fagioli rossi e tante altre leccornie. Sono certo che si sposerebbero perfettamente con il piatto e fornirebbero quel contorno e quella nota di sapore messicano in più.

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Conclusione

Finita la cottura, mettete l’anguria su un tagliere e, se volete fare davvero colpo, portatela in tavola così. Ai vostri ospiti sembrerà davvero di vedere un arrosto di carne molto rossa! Tagliatela con un coltellaccio come fareste con l’arrosto, consiglio fette più sottili di quelle che abbiamo fatto noi, perché il frutto ha un sapore molto pieno e se lo tagliate troppo spesso può risultare stucchevole.

Domanda fatidica. Di che sa e che consistenza ha al palato? La consistenza è lievemente croccante all’esterno e pià morbida dentro. Non è assolutamente simile a quella dell’anguria, anzi, visto come si compatta in seguito all’essiccamente è semmai più simile alla consistenza della carne. In alcun modo questo piatto pretende di avere un gusto simile all’arrosto però, attenzione, si tratta di un piatto originale con una sua dignità, non di una sorta di arrosto vegano. Lo metto subito in chiaro viste le stupide polemiche social.

Fetta di anguria arrosto: perdonate l'impiattamento ma non sono uno chef e non pretendo di sembrarlo xD

Fetta di anguria arrosto: perdonate l’impiattamento ma non sono uno chef e non pretendo di sembrarlo xD

Sapore misto tra dolce e salato, si sente bene il gusto dell’olio e del rosmarino in una e del peperoncino e paprica nell’altro, ma si sente benissimo anche il sapore dell’anguria. Non è facile descrivere il risultato: esteticamente sembra quasi una mega fetta di carne rossa arrosto ma sa di anguria salata e speziata. Ha un’ottima consistenza in generale ed è veramente buona ma non ne mangerei più di una fetta proprio perché il sapore è ricco e può diventare stucchevole, se si esagera.

Non saprei dire proprio se ho apprezzato di più la versione messicana o quella classica: per via delle spezie usate, il sapore era molto diverso tra le due, entrambe succose e squisite. Da provare assolutamente se ne avete la possibilità. Unica nota: cercate una varietà senza semi, anche se alla fine li ho mangiati e nemmeno me ne sono accorto, sicuramente risulterà migliore anche l’aspetto finale.

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